domenica 11 gennaio 2009

Thanksgiving 2008

Come diceva il buon Mike Buongiorno "cari ascoltatori ben tornati!". Prendo questo primo week end dopo la pausa invernale (della quale vi parlerò di certo!) come occasione per raccontarvi un'pò di arretrati. Come si deduce dal titolo voglio parlarvi di come ho passato una delle festività americane più importanti: il giorno del ringraziamento. Periodo di riconciliazione per le famiglie, momento per rendere grazie di ciò che abbiamo, il giorno del ringraziamento è ricordato anche come il giorno del tacchino. In effetti se sei un tacchino questo non è davvero un bel periodo, anzi il vero giorno adatto a ringraziare è il giorno successivo alla festa, ringraziare di essere sopravvissuto e di avere perlomeno un altro anno di vita. Ad ogni modo quello di cui tutti possono godere è un bel week end lungo che funge da giro di boa prima delle settimane degli esami finali e della successiva pausa natalizia. Essendo il mio primo vero thanksgiving ho pensato di passarlo in maniera originale ed è così che mi sono rivolto al gruppo, ora a me molto caro, UCLA outdoor adventures! Il risultato è stata un'esperienza ricca di bei ricordi sopra ogni aspettativa, che mi ha insegnato molto e alla quale mi sono dato senza riserve. 26 novembre - 30 novembre 2008: canoa sul Colorado river, The Black Canyon of Arizona. Lascio parlare più che altro le immagini, le parole dei viaggiatori vengono spesso rimpiazzate da sospiri che serbano i più bei ricordi.

Tutto iniziò così :
















Canoa carica del necessario per 3-4 giorni, remate contro corrente per risalire il fiume e tanta voglia di essere stupiti dalle meraviglie della natura. Ecco come vedevo il Colorado river dalla mia postazione: alla mia sinistra la costa del canyon che fa parte del Nevada, alla mia destra la parte che appartiene all'Arizona.













Se alcuni di voi riconoscono in questo canyon alcune scene del film "Into the wild", quando Chris Mc Candleless scende col kayak un largo fiume circondato da un canyon, siete nel posto giusto.











Sebbene fosse fine Novembre la temperatura era molto gradevole, anzi gli ultimi giorni sono stati quasi caldi. Ecco allora una foto del nostro secondo campo base. Come vedete ci sono alcune tende, ma in realtà i più temerari di noi dormivano fuori ed io ero tra questi. Mozzafiato. Ci si addormentava con le ultime pepite dorate sotto le ceneri del fuoco che era rimasto acceso tutta la sera, l'odore del legno ancora nell'aria, un silenzio che ti preme sulle orecchie e tutto ciò che vedi dal cerchio di faccia che rimane scoperto dal tuo sacco a mummia è un cielo limpido ed impreziosito da stelle che sembrano più vicine, che sembrano chiamare, che vorresti toccare, che infine sono l'ultima cosa che vedi prima di chiudere gli occhi. Ciò che invece te li fa riaprire gli occhi è l'alba (accompagnata da fastidiose quagliette che scorazzano per il campo facendo un verso che non giova di certo alla loro salvezza).Ciò che in bellezza supera tutto questo spettacolo è la freccia che ho disegnato a mano che indica dove dormivo.













Ecco che poi di prima mattina era il momento di sciogliere le canoe e ripartire ancora una volta contro corrente verso nuovi scenari.











E alla fine una meta si è imposta sul nostro cammino senza possibilità di scelta: Hoover Dam. Questa diga, grazie all'energia elettrica che produce, provvede a buona parte del fabbisogno elettrico delle milioni di luci della vicina Las Vegas, come se non bastasse poi sul canyon sovrastante stanno costruendo un immenso ponte che servirà a diminuire il traffico sopra la diga che è inoltre la principale strada che collega Nevada e Arizona (il fiume è infatti il confine tra questi due stati). Arrivare ai piedi di questo colosso di cemento con la propria piccola canoa da una senzazione schiacciante.













Spesso le nostre soste erano mirate a piccole escursioni sui canyon circostanti che raggiungevamo per scoprire nuove meraviglie. Un giorno ad esempio siamo entrati in una caverna alta e larga 1,60m e lunga non più di trenta metri ma che ha messo a dura prova la mia tendenza alla claustrofobia, soprattutto perchè oltre al buio pesto era sede di una sorgiva di acqua caldissima e con ciò si formavano caldissimi fumi che le danno il nome: Sauna Cave. L'ingresso nascosto tra dei cespugli è in alto sulla sinistra di questa foto. No, niente freccia questo giro.








La cosa forse più eccezionale di questi giorni era la presenza di alcuni posti magici che supplivano molto bene alla mancanza di doccie. Spesso la presenza di queste sorgive caldissime (40-50 °C) nei canyon circostanti danno vita a piccole piscinette naturali dove è possible immergersi e lasciarsi al panorama e al benessere ineguagliabile di questi siti termali. La foto mostra una di queste piscinette che abbiamo raggiunto ad un ora di cammino dalla Sauna Cave arrampicandoci per diverse corde, sassi, buchi e una volta passati dentro una piccola cascata. Ora in realtà le piscinette termali più belle le avevo a 10 minuti di strada dietro il campo base che avete visto prima ma non ho nessuna foto di quest'ultime perchè per raggiungerle si passava per posti molto umidi, se non molto bagnati e infine bisognava salire una scaletta di metallo appoggiata su una cascata. Niente fotocamera quindi, ma vi assicuro che i ricordi più belli li ho di quei momenti in cui stanco dopo una giornata di remate riposavo in queste acque caldissime appoggiando la testa su un canyon che si sviuppava per 20 metri sopra di me e che rivelava in alto, grazie ad un grande crepaccio dalla forma che richiamava quella di una foca, un pezzo di cielo stellato. L'ultimo giorno in quattro di noi ci siamo svegliati alle 5:30 e abbiamo passato alba e le ultime ore di sonno cullati dentro quest'acqua caldissima, proprio in quel momento il culmine dei quattro giorni è stato raggiunto quando pochi minuti prima dell'arrivo del sole una stella cadende seguita da una una coda veramente molto più grande ed infiammata della norma ha illuminato lo sprazzo di cielo che ci si rivelava tra le rocce. Da quel giorno capisco un'pò di più i tedeschi che vanno ad Abano a passare le vacanze. Ecco un esempio di queste piscine, anche se ribadisco quelle del campo base non ho avuto modo di fotografarle.



Ora vi saluto e vi do appuntamento alla prossima volta quando vi racconterò dell'apice della mia permanenza statunitense, ovvero...no no dai lo scoprirete!
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"My my my it’s a beautiful world
I like swimming in the sea
I like to go out beyond the white breakers
Where a man can still be free (or a woman if you are one)
I like swimming in the sea.
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My my my it’s a beautiful world
I like drinking Irish tea
With a little bit of lapsang souchong
I like making my own tea."
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Colin Hay - Beautiful world - 2001